mercoledì 12 maggio 2010

Inquinamento al potere

Hanno provato con una cupola gigante che dovesse funzionare come un tappo, hanno pensato di darle fuoco, hanno pensato di sparare del materiale plastico sulla perdita (un altro possibile tappo), hanno pensato (e attuato) di mettere le famose “cerniere contenitive”, ne sono già state ordinate anche all’Italia, quelle che sono state usate per il fiume Lambro, testate e create per le acque dolci e che molto probabilmente appena messe nelle maree oceaniche si spezzeranno nel giro di 5 minuti, hanno pensato (e attuato) di sparare dei solventi non ben identificati sul mare per contenere l’inquinamento da petrolio ma inquinare lo stesso con i solventi.
Insomma le hanno pensate tutte, ma proprio tutte, quello che però alla fine rimane è l’inquinamento, la macchia continua ad espandersi le acque, le coste e gli animali continuano a soffocare.
Uno uomo cinico potrebbe anche pensare chissenefrega in mezzo all’oceano mica ci dobbiamo vivere, ma, superando il fatto che le maree si muovono, bisogna aprire lo sguardo e giudicare con occhio critico la realtà. Le zone contaminate vedono la fine anche di un economia ittica non piccola, e si parla di vent’anni prima che la fauna sia di nuovo completamente “pulita”, le paludi della Luisiana, oltre a essere territorio faunistico molto sviluppato, lo sono anche per la flora 8quella che ci da l’ossigeno) e se questa muore moriamo anche noi (già l’aria che respiriamo non é delle migliori). Il famoso butterfly effect qui entra in scena con tutto il suo peso, e hanno un bel da lavorare le navi “pulisciacqua” tanto il buco non è ancora tappato e se continuiamo così altro che vent’anni per pulire le acque, la flora e la fauna. Il potere ci ha ancora presentato sé in maniera piuttosto precisa: il denaro per il denaro; se le persone muoiono è un rischio che bisogna accettare.
octavio

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