Come milioni di altre persone anche io, oggi, ho preso in mano un libro e ho iniziato a studiare, dopo le mille volte in cui ho rimandato. Frequento l’università e, anche se non sempre risulta semplice, cerco di trovare un risvolto utile in qualsiasi cosa mi capita di studiare. Così ho scovato una bellissima frase che vi voglio riportare, che dice più o meno così: “Se stesso è anche l’altro; l’altro è anche se stesso. L’altro ha un proprio concetto dell’affermazione e della negazione. Se stesso ha, egualmente, un proprio concetto dell’affermazione e della negazione. C’è davvero una distinzione tra l’altro e se stesso, o non c’è affatto? (…) Dietro ogni divisione c’è qualcosa di indiviso; dietro ogni discussione c’è qualcosa di indiscutibile.” Questa frase è riportata nello “Zhuang-zi”, un testo del filosofo che risale al IV secolo a.C., di fondamentale importanza per la religione taoista. Mi è sempre stato detto “Si deve studiare per non commettere gli errori del passato”. Quello che mi chiedo è perché, allora, si continuano a porre dei muri tra le persone, adducendo come scusa le differenze culturali, religiose, sociali o peggio ancora economiche. Chiunque abbia studiato un po’ di letteratura o di arte avrà notato, in diversi autori e artisti, il fascino che l’esotico, tutto ciò che era sconosciuto o diverso, suscita in loro, tanto che Gozzano scriverà “Non c’è altro di buono nella vita. Muoversi di continuo verso l’altrove, verso la cosa nuova. È la mania di tutti i tormentati e di tutti gli scontenti: uscire di se stessi.” Siamo sempre pronti a fare le valigie per partire verso luoghi sconosciuti, ma allora perché quando è lo “sconosciuto” a venirci incontro siamo terrorizzati e pronti a difenderci?
小王子
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