mercoledì 3 marzo 2010

San Valentino a Città del Messico

La data storica è passata ma il contenuto è molto attuale, ringraziando il sostenitore che ce l’ha inviato, pubblichiamo:

Una domenica che pensavo fosse una delle tante, mi sono trovata davanti a una cittá dipinta di rosso e tutta profumata di rose: il 14 febbraio era arrivato, e con lui l’ affanno di comprare dei cioccolatini, degli orsacchiotti, delle cartoline che durante il resto dell’anno non fanno altro che aspettare questo giorno per dire “I love you”.
Per le strade, sembra che la primavera si sia anticipata e che abbia ricoperto i marciapiedi con mazzi freschi di tulipani, di margherite, di orchidee, perfino si può vedere sotto i semafori la generazione spontanea di cespugli di rose di tutti i colori: siano rosse, siano gialle, siano blu, siano nere. I fiorai esibiscono gli esemplari più esotici accanto ai ben conosciuti garofani e ai comuni crisantemi. Un ventaglio di possibilità che oltre a rendere facile la scelta del mazzo perfetto, mette il compratore davanti al dilemma: “Qual è il fiore giusto?” C’è chi dice che ogni fiore, secondo la specie e il colore, ha qualcosa di diverso da dire: la camelia rossa canta la bellezza dell’amata mentre il fiordaliso fa fede della purezza dei sentimenti, l’azalea va accompagnata dalla buona fortuna e le viole promettono fedeltà, quindi conviene fare una bella ricerca sul linguaggio dei fiori prima di regalare all’innamorata un mazzo di garofani gialli che esprima sdegno e rifiuto.
Allora? Bisogna entrare in pasticceria per acquistare una vistosa scatola di cioccolatini o di biscotti o qualsiasi altro tipo di leccornia che con la sua dolcezza faccia sí che il ricevente si possa dimenticare del sacco di calorie che sta per inghiottire.
E poi? In un bel ristorante oppure nel bar più carino del quartiere, seduti con le mani intrecciate sopra il tavolo e di sotto le ginocchia che appena si toccano, gli innamorati si fissano negli occhi e, con le labbra tremanti, non osano nemmeno dire: “Cameriere, c’è un capello nella minestra”, perché in questa cittá capovolta da Cupido - che appeso ai muri o alle vetrine sorride mentre cerca la sua prossima vittima - non c’è cosa più importante dell’amore.
A questo punto bisogna chiarire che non sono i suddetti luoghi comuni a stupirmi, è il fatto che le persone, anzi le coppie, subiscano una vera metamorfosi da un giorno all’altro per la durata di circa 12 ore: l’amore tra loro cresce e diventa ancora più appassionato, per un attimo si dimenticano delle differenze e dei difetti per contemplarsi come se fossero la coppia ideale, l’anima gemella appena trovata per la strada. L’atmosfera intorno a questi innamorati sembra che sia tratta dai film statunitensi stradolcinati, davanti ai nostri occhi ecco il finale, dove l’amante prende nelle sue braccia l’amata e poi vissero felici e contenti... almeno é quel che resta del giorno di San Valentino.

Nessun commento:

Posta un commento