giovedì 4 marzo 2010

The butterfly effect


Ieri l’Uganda ha avuto un grave lutto: almeno 86 morti (bilancio destinato ad aumentare) e centinai di dispersi a causa di una serie di frane che hanno interessato la regione di Bududa.
La notizia ci tocca da vicino dato che anche noi in Italia stiamo assistendo a continui sgretolamenti di montagne con conseguenti danni.
La prima risposta che ci hanno ormai abituato a dare è che le catastrofi naturali non si possono prevedere e le troppe piogge di quest’anno hanno reso più fragile il terreno, tutto ciò è vero ma si è omesso di dire che queste castroni, come detto anche la vertice di Copenhagen , saranno sempre più frequenti a causa del surriscaldamento terrestre. È ovvio il calore produce energia la quale si riversa sulla nostra Terra che risponde con terremoti (vedi Abruzzo, Haiti e Cile) e fenomeni meteorologici strani (vedi le tempeste di neve o gli uragani).
Quindi già adesso si può dire che le catastrofi naturali si potevano prevedere, forse non il luogo, ma si sapeva che sarebbero avvenute. C’è da aggiungere, però, una novità, la regione di Bududa è soggetta a continue “ferite” nel terreno a causa dei giacimenti minerari che lì si trovano.
Tutti gridano al dolore e alla disgrazia, tutti urlano che le calamità naturali non si possono controllare, perché nessuno dice che la montagna era troppo traforata per poter stare in piedi?
momò

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