giovedì 18 marzo 2010

Quando è troppo è troppo

Il 16 Marzo la stampa statunitense ci informava che Obama avrebbe posto tre condizioni ad Israele per il processo di pace in Medio Oriente: stop dei nuovi insediamenti a Gerusalemme est, un gesto significativo nei confronti dei palestinesi (quale non si sa), una dichiarazione pubblica che accetti l’inclusione nei negoziati di tutte le questioni centrali.
Ieri in un intervista a Fox News il nostro paladino della pace ci ha tenuto a sottolineare che nessuna frattura c’è tra Stati Uniti e Israele, anzi ha aggiunto che Usa e stato ebraico hanno ancora “un legame speciale che non verrà spezzato”. Viva la falsità!
Mi stupisco che esistano nel mondo tante persone che ancora credano alla storiella del self made man Obama, del ragazzo sconosciuto che dal niente sale alla poltrona più importante del mondo, che ha fatto di tutto per le persone più fragili e deboli al grido di “Yes, we can”. Aveva detto che avrebbe chiuso Guantanamo ma poi non sa dove mettere i carcerati quindi quelli rimangono lì. È stato eletto nobel per la pace e ha continuato le guerre, anzi ha aggiunto che è pronto a uno nuova guerra contro lo Yemen. Doveva essere il momento di svolta nel problema medio-orientale e si muove solo unilateralmente. Stavo pensando che dirvi che il 78% degli ebrei americani ha votato per Obama forse vi spiegherebbe molte cose, ma poi c’è chi direbbe che lui è troppo bello e buono e bravo per scendere a questi compromessi.
momò

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